Prime Esperienze
La pura educanda (parte II)
di cagnettabianca
29.10.2018 |
13.342 |
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"Espiazioni necessarie allo scopo educativo dell’essere che deve arrivare ad annientare la propria volontà..."
Le visite in casa dell’amica, genitrice della fanciulla, sono continue. Il suo interesse è famelico verso quella giovane creatura. Fa di tutto per rimanere solo con lei e determinato le impone di rimanere nuda. Le fa assumere la posizione di cagna, piegandola a quattro zampe sul pavimento. L’inerme animaletto obbediente distribuisce il peso del proprio corpo sulle ginocchia e sui gomiti. Fa pendolare le tettine appena pronunciate da due bottoncini rosa destinati ad essere allungati da grossi pesi. Con chiappe alte e gambe bene aperte si mette carponi dando bene in vista il buco del culo e l’umida fighetta. Lui soddisfatto sfiora la sua pelle con le mani. Passa le dita tra le natiche e le pieghe della figa. Ispeziona e esplora l’animale che ansima con respiro pesante. Le allaccia il collare di cuoio, segno della sua appartenenza e sottomissione. E’ un’indifesa cucciola con quei capelli raccolti in due codini che pendenti sembrano le orecchie di un cocker. Dalla sua bocca, leggermente aperta, fuoriesce una libidinosa linguetta preposta a leccare. E’ pronta per essere agganciata e guidata al guinzaglio del Padrone. Deve imparare bene la postura di cagna e si esercita camminando al perimetro della camera mentre l’uomo, accanto a lei, l’indirizza con il suo frustino. Colpi decisi sulle morbide e giovani chiappe ne segnano le movenze e le fanno capire gli errori. Strattonata, umiliata e imbarazzata tiene lo sguardo fisso in avanti. Attenta deve eseguire gli ordini che le vengono decisamente impartiti. Si ferma quando l’uomo decide di infilarle con forza due dita nella vagina facendole sollevare ancora meglio le chiappe. Con l’altra mano le sfiora la spina dorsale e accarezzandola provoca in lei un profondo brivido che le fa emettere dei gemiti simili a leggeri guaiti. La visione della troia è superba dopo l’inserimento del plug anale, che pendulo le fa da coda sfiorando il pavimento e mentre cammina la fa bagnare accarezzandole la figa.Il maestro decide di riposare sul divano e lei gli si accuccia accanto. Con la mano le carezza la testa e poi la tira a se. Posizionata in ginocchio tra le sue gambe le spinge il viso verso il suo sesso. Vuole farle sentire il suo odore di maschio dominante, il suo sesso eccitato, i suoi turgidi coglioni. La patta dei pantaloni è gonfia e s’innalza ancora di più quando le comprime con forza la bocca sulla sua verga. Le ordina di aprire i bottoni e far uscire l’asta da assaporare e coccolare con tutta se stessa. Timida, tentenna guardandolo negli occhi che fulminei la obbligano severamente a eseguire l’ordine. Si posizione alle palle. Tira fuori la calda linguetta e inizia a leccare. La sua bocca si perde tra i peli dei coglioni che stimolati e pieni d’umore cominciano a pulsare di piacere. Il cazzo svetta verso l’alto come fosse un missile pronto per il lancio. La puttanella si aiuta anche con le mani che vanno svelte a posarsi sui testicoli. Li stringe, li tocca, li massaggia mentre la sua bocca incomincia a scivolare lungo l’asta di carne. Ritorna ancora indietro e succhiando accoglie le palle nella cavità orale. La lingua è il suo strumento d’azione e sta imparando a usarla come una vera puttana. La fa scivolare velocemente come fosse quella di una biscia che saggia l’aria in cerca della preda. Risale ancora in alto leccando il corpo del cazzo e si ferma in cima. Con la punta picchietta il buchino, lo stimola e ci gira intorno succhiandolo. Apre le labbra e il glande viene inghiottito all’ interno della bocca con l’aiuto del maestro che con la mano le spinge la testa. Viscido, il cazzo arriva in fondo alla gola togliendole il respiro mentre un conato di vomito sale improvviso. Il vecchio la blocca tenendole il capo e le impone di reagire controllando il fiato e i movimenti. Per pochi attimi si ferma per poi riprendere il pompaggio con la sua bocca fino a quando una densa sborrata di cremoso sperma invade la sua cavità orale arrivando all’intestino. L’ordine è quello di assaporare, apprezzare e ingoiare tutto senza lasciare neanche una goccia di quel prezioso elisir. Deve essere riconoscente al suo Padrone che le permette di onorare il cazzo. Essere fiera di accoglierlo nei suoi buchi perché Il cazzo fa parte dei premi che il generoso Padrone le elargisce. Deve imparare a godere della gioia del Maestro e della sua eccitazione. La fanciulla, però, non sempre riesce a capirne l’importanza e anche in questa occasione sarà punita per non aver saputo gestire al meglio il comportamento. L’uomo si alza dal divano e si dirige verso la sua borsa di pelle nera. E’ una valigetta a forma di bauletto ed è uguale a quella usata dai dottori. La apre e tira fuori una grossa peretta arancione con una lunga cannula bianca. Sa perfettamente che lei non sopporta questa pratica ed è proprio per questo che ha deciso di punirla così. L’espiazione sarà ancora più crudele e determinante per lei. La ragazza alla vista dello strumento si spaventa e disperata comincia a piangere. Non sopporta quel tormento e chiede scusa all’uomo che non ha pietà per lei. La punizione è necessaria e deve essere forte proprio per segnare e annullare la volontà della sottomessa. Ormai ha deciso. Lega la fanciulla per farle ricevere quell’orribile peretta di camomilla. Per lei, subire il clistere, è una terribile condanna, una tragedia, un tuffo al cuore, una tortura. Brutale e deciso il suo carnefice la lega ancora meglio facendole esporre il buco del culo in vista e bene aperto. Con dito unto di vasellina la stantuffa per preparare l’entrata. Lei disperata e senza via di fuga accoglie la lunga cannula bianca che violenta arriva insensibile alle budella del suo ventre. La riempie di un’interminabile e doloroso liquido tiepido che la gonfia selvaggiamente come un palloncino, procurandole mal di pancia. Ha la sensazione di scoppiare mentre spasmi e crampi s’impossessano del suo addome. La sua fronte si imperla di sudore e sa che deve resistere perché finirà tutto solo dopo l’umiliante evacuazione. E’ un tormento odioso e le lacrime ne segnano la sofferenza. Una pratica mortificante, vergognosa e insopportabile. Spera finisca presto e si augura di riuscire a resistere a quel disagio senza scoppiare a piangere in modo morboso perché la punizione sarebbe ripetuta. Stringe i denti mentre la crudeltà si consuma davanti agli occhi soddisfatti del suo sadico carnefice che gode dell’angoscia, del dolore e dell’umiliazione della sua cagna. Un clistere abbondante e potente che la segna e la obbliga a rimanere seduta sulla bacinella per oltre un’ora mentre gli occhi goduriosi del suo padrone fissano i suoi lucidi di lacrime. Finita la pratica il suo ano rimane irritato e stressato dandole tormento e fastidio ancora per alcune ore della giornata. Odia questa crudele tortura, ma non riesce a sottrarsi ad essa anche perché la sua genitrice dà sempre ragione al dominante suo vecchio amico.
La mamma la incoraggia e le suggerisce di essere paziente, educata e obbediente verso quella figura maschile che frequenta la loro casa e si occupa generosamente del loro futuro.
E’ l’oggetto del piacere per il maschio Alfa che pretende di continuo l’adorazione e l'esecuzione delle regole. L’addestra ad eseguire i comandi e tenere la giusta postura del corpo. Non le fa indossare intimo per avere l’immediata visione e l’uso della sua intimità. La obbliga a sedersi senza mai incrociare le gambe e le fa indossare solo abiti succinti che mettono in evidenza le sue fattezze. Le vieta assolutamente di indossare i pantaloni anche quelli del pigiama. Una vera troia deve essere femmina come una cagna in calore.
Servizievole, al suo arrivo, si offre a lui che le concede le mani. Lo saluta baciandole in segno di rispetto e sottomissione. Quelle mani che la usano e servono anche per l’esecuzione di punizioni corporali. Espiazioni necessarie allo scopo educativo dell’essere che deve arrivare ad annientare la propria volontà.
Punizioni che fanno parte dell’educazione e vengono attuate anche per piccoli motivi. Il Padrone è severo, non sopporta essere contraddetto o disobbedito. Usa spesso mollarle sulle rosee gote sonori schiaffoni per riportarla al suo ruolo. Gode con soddisfazione quando la obbliga a stendersi sulle sue ginocchia e scoprendole le chiappe affonda la paletta sulle bianche e morbide chiappe. Sferza una successione di colpi che la segnano nel corpo e nell’anima. Un dolore che le provoca lacrime e bruciore anche per più giorni. E’ obbligata a ringraziarlo a ogni colpo perché la punizione serve per la sua crescita e il tempo del Padrone è prezioso. Il deretano della fanciulla piace al vecchio, ne è attratto e non perde occasione per stringerlo, toccarlo, punirlo ed esplorarlo. Ama anche tenerla tra le braccia e sfregarle per lungo tempo il clitoride fino a farla piangere per il bruciore. Gode vederla dolorante e umiliata tra gli umori della sua fighetta che colano copiosi tra le cosce. Va in delirio quando si delizia del suo ventre, che aumenta e rotondeggia per il liquido di un enteroclisma sparato attraverso il buco del culo con una lunga cannula. Si entusiasma quando affossa le mani su quel palloncino facendole profondi massaggi per provocarle dolorosi crampi. La trova eccitante quando si contorcere mentre gocce di sudore le bagnano la fronte. E’ una gioia quando si accorge che i suoi occhi lo fissano implorandolo di farla evacuare. La sua libido aumenta quando fotografandola la immortala in varie posizioni e lei offre la visione di un elegante plug anale come un tappo gioiello che ne suggella il deretano.
La puttanella, anche se molto provata per imbarazzo, vergogna e tabù, si ritrova sempre tra le cosce i gocciolanti umori della sua eccitazione. L’indole di troia ha il sopravvento. Si sottomette e perde il controllo per rimanere senza difese al crollo della propria volontà. Il suo maestro le ha insegnato che la sottomissione è legata alla perdita del controllo, al rimanere senza difese, al crollo del proprio desiderio. Il piacere è anche una vittoria sul dolore, viene dopo di esso e non lo può evitare. Le viene insegnato che non c’è bellezza senza dolore. Lei accetta le regole e le esegue anche con l’aiuto di dolorose punizioni che la forgiano e le fanno superare le difficoltà. Impara così a desiderare quell’uomo che la batte, la usa, la sottomette e la rende felice. Consegna a lui il corpo e l’anima. Soffre se non lo vede. Si rammarica quando non è oggetto di gioia e piacere per la mente e il corpo del suo maestro. La sua castità è passata. L’innocenza inziale di fanciulla pura e angelica fa spazio all’indole emergente di troia. Affiora così una femmina in crescita, stuzzicante e libidinosa, che felice si dona al maschio per soddisfargli il piacere e il divertimento.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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